Perpetuum, Piccola Rapsodia per Quindici Esecutori è stato composto espressamente per l’Ensemble MusiDOC, una formazione cameristica composta da quindici docenti delle scuole secondarie di primo grado a indirizzo musicale, ed è stato presentato in prima assoluta, diretto dall’autore, a Catania, durante un concerto organizzato dall’amministrazione comunale nell’ambito delle manifestazioni “Catania in Prima… Vera” tenutosi in Piazza Università il 10 maggio 2012.
L’organico prevede un flauto, due clarinetti, un corno, due chitarre, tre pianoforti, due violini, un violoncello, un contrabbasso e due percussionisti.
Il brano, dedicato ai musicisti che l’hanno eseguito per la prima volta, è diviso in tre sezioni; ognuna rappresenta una diversa meditazione su un particolare aspetto del “tempo”.
Nella prima parte si indaga sulle proprietà combinatorie del “tempo” musicale, inteso come ritmo.
Una linea melodica affidata al violoncello e al corno (esempio 1) si estende su un pattern ritmico basato su una figurazione di dieci ottavi, suddivisi in uno schema di misure 3/8+3/8+2/8+2/8, che essendo ripetuto due volte, innesca anche una forma di palindromo 3+3+2+2+3+3. Su questa linea si innestano altre figurazioni melodiche esposte da clarinetti e violini che avranno grande parte lungo tutto il brano (esempio 2).
Intanto, con la prima entrata del flauto, lo schema ritmico assume sempre nuove forme: 3+3+2 3+3+2, 4×7, 2, 4+4+3+2 e il tutto diviene sempre più complesso fino a che diventa irregolare la distribuzione degli accenti all’interno di misure più regolari.
Da notare alla misura 27 l’ingresso di un altro motivo, affidato a flauto, clarinetto, marimba e pianoforte, che sarà un elemento ricorrente nell’ultima parte (esempio 3).
Alla sessantanovesima misura inizia la seconda parte, dedicata al tempo come memoria. La scansione metrica diviene più regolare, anche se con un caratteristico spostamento dell’accento armonico di un ottavo indietro in ogni misura (vedi esempio 4, rettangolo blu). L’atmosfera è naturalmente nuova e contrastante con la sezione precedente, con una tinta di malinconica nostalgia.
Tutta questa breve ma intensa sezione si basa fondamentalmente su tre elementi (esempio 4): un frammento tematico (in rosso nell’esempio) che fa da guida in tutta la sezione proposto sempre con procedimenti imitativi tra i vari strumenti dell’ensemble; un elemento armonico (in blu) verticale; un elemento di accompagnamento continuo in semicrome, affidato alla chitarra (in verde).
La combinazione di questi elementi e in particolare l’intrecciarsi del primo motivo tematico in continue trasformazioni timbriche e contrappuntistiche in un costante tempo lento porta a un crescendo che si interrompe quasi bruscamente alla misura 91, per l’ingresso del motivo ritmico ostinato (esempio 5) che avvia e caratterizza la terza parte.
L’idea del tempo è adesso quella del continuum che fluisce nel ritmo musicale e nel suo incedere, ora lieve ora travolgente, ingloba “in perpetuo” le precedenti dimensioni, attraverso l’allegoria musicale della ripresa trasfigurata dei vari elementi apparsi nelle altre due sezioni.
Nella prima parte della terza sezione si riprende la divisione in metri irregolari, in una dimensione però più distesa, mentre gli spunti tematici provengono dalla seconda sezione (esempio 6).
Un breve interludio dalla misura 125 alla 145 ferma momentaneamente l’elemento ritmico ostinato e reintroduce i motivi caratteristici della prima sezione che divengono i protagonisti dell’ultima parte, nella quale attraverso procedimenti di accumulazione, distensione e contrazione degli elementi si procede sempre in crescendo verso la fine dell’intera composizione.
Perpetuum è quindi in ultima analisi un’allegoria della dimensione del tempo nel quale la nostra esistenza e la musica stessa si trovano immerse in maniera inevitabile, partecipando al suo fluire o in contrasto con esso.
La registrazione video presente su questa pagina propone la prima esecuzione assoluta del brano, con l’Ensemble MusiDOC diretto dall’autore, durante il concerto a Piazza Università a Catania, il 10 maggio 2012. Flauto: Joanna Moschella, clarinetti: Gaetano Cristofaro e Alfredo Spoto, corno: Simone Primerano, pianoforti: Antonella Faliti, Annalisa Mangano, Antonio Marchetta, chitarre: Massimo Genovese e Marco Crispo, percussioni: Simone Bruno e Rosario Gioeni, violini: Alexandra Dimitrova e Samantha Fidanza, violoncello: Daniela Perdicaro, contrabbasso: Patrizia Privitera.
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