Mentre sulle testate giornalistiche si moltiplicano le analisi politiche, su social e dintorni si rincorrono ringraziamenti, critiche e ironie varie, mi viene da pensare come abbia potuto trascorrere questa notte il nostro schivo Presidente della Repubblica, uomo di statura morale e intellettuale fuori dal comune e – come si è potuto constatare ieri sera, dalle poche parole pronunciate in diretta tv intorno alle 21,30 – caratterizzato da un altissimo senso del dovere, della responsabilità e rispetto per le istituzioni, oggi merce tanto rara da sembrare quasi un lontano ricordo.
A ottant’anni, ormai a un passo dalla conclusione di un settennato difficile ma sicuramente portato a termine con grande dignità, competenza e con un pressoché unanime e meritato consenso, dopo aver più volte manifestato la propria indisponibilità a una permanenza al Quirinale, per ragioni sicuramente di natura squisitamente personale (alla sua età assumere nuovamente un gravoso impegno come quello della Presidenza della Repubblica non è certo decisione da prendere a cuor leggero) ma anche di inopportunità costituzionale, Mattarella si è visto di fatto intrappolato nel suo ruolo da un Parlamento in sé incapace di assumersi una responsabilità politica, un rischio, se vogliamo pure, ma in ogni caso talmente impantanato da non riuscire a imprimere una svolta decisiva.
Ecco allora giorni di veti incrociati, girandole di nomi che si bruciano, dati in pasto ai media o consegnati, diremmo come carne da macello, al segreto dell’urna elettorale; una settimana di giochi di palazzo, incomprensibili ai più perché sostanzialmente macchinazioni estranee alla vita reale di una Nazione in crisi da anni, ma ora alle prese anche con la pandemia che inesorabile non molla la presa; il sospetto – forte – che sin dal principio ci fosse un oscuro disegno mirante al mantenimento dello status quo, garanzia di una conclusione sicura della legislatura nel nome della stabilità politica che per molti parlamentari significa in realtà mantenimento di uno scranno sul quale molto difficilmente sarebbero più tornati.
Ecco quindi che per venir fuori da una situazione che rischiava non solo di gettare nell’immobilismo il Paese, ma appunto soprattutto di creare un pericolosissimo effetto domino sui più svariati fronti, viene fuori la “soluzione Mattarella”, sicura, perché fa leva su una persona che, per statura morale, coscienza e senso dello stato e delle istituzioni, non avrebbe potuto che rispondere con il suo «Se serve, io ci sono».
Meno male, sicuramente, che una persona come il Presidente Mattarella “ci sia”, ma la sua “esistenza”, il suo esserci non possono che certificare la morte, la “non essenza” di una politica italiana ormai da anni in profonda crisi, in mano a improvvisazione, dilettantismo e personalismo.
Ieri, al raggiungimento del quorum di 505 voti (alla fine abbondantemente superato fino alla soglia delle 759 preferenze che lo colloca al secondo posto come Presidente più votato dopo Sandro Pertini nel 1978), il Parlamento si è profuso in una lunga e sonora (per l’esiguo numero di presenti a causa delle restrizioni sanitarie) ovazione, di fatto un applauso al proprio fallimento.
La democrazia parlamentare italiana, nata dalle macerie della dittatura fascista e della Seconda Guerra Mondiale, dalla volontà di voltare pagina oltre le divisioni, ha in sé una nobiltà e un valore che andrebbe rispettato non solo per la sua qualità ma anche per il sacrificio in termini di ideali e vite umane che ne costituiscono le radici: non rimane che sperare in un futuro nel quale la politica riesca a riappropriarsi del proprio ruolo, colmi il divario con la vita reale dei cittadini, possa finalmente tornare a essere protagonista attiva e costruttiva della nostra Nazione.
Al momento l’orologio è fermo su una personalità come Mattarella, unico garante a oggi della possibilità di una politica vissuta (nel suo caso anche cristianamente) come servizio alla comunità, ma il tempo scorre inesorabile ed è necessario il nuovo, all’altezza delle nuove sfide, capace di reinventare e riappassionare.