Se avete letto Fondazione, dimenticatela; sì, perché, almeno nella prima stagione disponibile sulla piattaforma di streaming di casa Apple, dell’universo di Asimov non rimangono che piccoli brandelli, nomi (alcune volte pure riferiti a personaggi diventati di sesso femminile), toponimi e in generale l’idea di base della psicostoria e il suo ruolo nell’economia generale del racconto.
Se avete quindi perpetrato sulla vostra memoria libresca un qualcosa di simile all’incantesimo oblivion di potteriana memoria, o se non ne avete bisogno perché neanche sapete cosa siano i sette libri del Ciclo delle Fondazioni, mettetevi comodi, accendete la vostra Apple TV e preparatevi a guardare uno degli episodi pilota a mio modesto avviso più sensazionali che esistono, caratterizzato da un ritmo narrativo serrato, un magnifico impianto scenografico, attori conviventi e perfettamente adeguato ai loro ruoli, un efficacissimo doppiaggio per noi italiani e una eccellente colonna sonora.
Fondazione ha infatti tutti gli ingredienti per essere una serie di grandissimo successo, purché la si segua così com’è, senza paragoni con i romanzi di Asimov, dei quali, se da una parte riesce a centrare alcuni fondamenti generali, dall’altra ne tradisce in maniera palese e plateale molti (pure troppi) aspetti.
Le puntate però, a partire dallo splendido episodio pilota, via via addentrandosi nel vivo del storia lungo tutto l’arco delle dieci puntate, si seguono direi avidamente, e la serie non tradisce mai le promesse e le aspettative, perché brilla per l’attenzione ai dettagli nella creazione di un mondo futuristico affascinante: gli scenari sono stupefacenti, con ambientazioni ricche di sfumature e una fotografia impeccabile, gli effetti visivi contribuiscono a immergere gli spettatori in un universo complesso e affascinante, gli scenografi e i costumisti hanno fatto un ottimo lavoro nel ricreare un ambiente credibile e suggestivo, che riesce a catturare lo spettatore fin dal primo istante.
Narrazione coinvolgente e ritmo incalzante, dicevamo. I personaggi sono ben sviluppati e interpretati da un cast di talento (in particolare Jared Harris nei panni di Hari Seldon e Lee Pace in quelli dell’imperatore “Giorno”) che rende giustizia alle sfumature e alle emozioni dei loro ruoli, la trama è abilmente strutturata, combinando suspense, politica, azione e mistero in un mix che tiene costantemente viva l’attenzione dello spettatore e ogni episodio lascia con la voglia di scoprire cosa accadrà successivamente, mantenendo un equilibrio narrativo appassionante.
Insomma, una serie TV con tutte le carte in regola, eppure una possibile delusione per i fan dei libri di Asimov. Per tutti è comprensibile che un adattamento richieda alcune modifiche, ma coloro che amano le opere originali potrebbero sentirsi disorientati da queste variazioni significative. Tuttavia, è importante valutare la serie come un’opera a sé stante, apprezzandone le grandi qualità che la rendono davvero unica e le interpretazioni che offre, anche indipendentemente dai libri: gli elementi “originali” introdotti dagli sceneggiatori e la rilettura del tema conduttore della saga, con l’innesto di alcuni elementi di sicuro effetto e anche di geniale e moderna intuizione fantascientifica, creano in ogni caso interessanti archi narrativi che risultano intriganti e significativi nella loro ricchezza di contenuti.
Vale quindi la pena di darle una possibilità. Approcciandola con una mente aperta, si può apprezzare questa versione visiva del mondo di “Fondazione” e lasciarsi coinvolgere da una storia così ben confezionata.