Quando in libreria, un po’ distrattamente, ho acquistato questo libro, basandomi sulle avare note di copertina e per la verità senza esplorare il contenuto, pensavo di trovarmi di fronte all’ennesimo volumetto-intervista all’interno del quale, in mezzo a curiosità biografiche e domande più o meno banali che tipicamente si rivolgono ai compositori, avrei forse trovato qualche interessante spunto di riflessione. E trattandosi di Ennio Morricone, non avendo – se non ricordo male – un libro in proposito, ho acquistato proprio questo “La Musica e oltre – Colloqui con Ennio Morricone” di Donatella Caramia, pubblicato nel 2012 da Morcelliana.
La lettura, invece, si è rivelata una piacevolissima sorpresa, un affascinante viaggio attraverso il genio musicale visto attraverso l’occhio delle neuroscienze e della psicoanalisi, guidato e illustrato dall’autrice, la dott.ssa Caramia, medico neurologo, analista junghiana e musicista, docente di Neurologia e Psicologia musicale all’Università Tor Vergata di Roma, e inframmezzato da sei colloqui con Ennio Morricone: molto di più, quindi, di un libro-intervista, dove anche la stessa presenza del grande compositore è funzionale alla discussione di una tematica ben specifica e di grande interesse.
Il libro propone un’analisi molto dettagliata, anche se con un taglio decisamente divulgativo, delle ragioni per cui la musica rivesta nella vita dell’individuo e della collettività un ruolo così fondamentale.
La formula domanda/risposta tra l’autrice e il compositore occupa solo una parte, forse minore, dell’intero volumetto, mentre largo spazio è dato all’approfondimento delle tematiche relative alla stretta connessione fra vita e musica attraverso l’attività cerebrale conscia e inconscia, sotto un profilo a tratti molto profondo e “meta-scientifico”, o meglio dando un taglio che supera nettamente un criterio meccanicistico, proprio di certe correnti di derivazione positivista, che lega biologia ed emozioni, facendo delle seconde un mero risultato di processi fisici.
Quando infatti l’autrice parla delle strette connessioni fra creatività e attività cerebrale a livello neurobiologico, di implicazioni fra la socialità a livello profondo e la musica, parla appunto di una conferma a livello biologico di quanto avviene nella humanitas, come un tutto organico, quindi valorizzando appunto gli aspetti profondi e non riducendo il tutto a una formula matematico-scientifica.
Il libro diviene quindi un interessantissimo spunto di riflessione e anche, per i musicisti, di autoanalisi: quanto avviene all’interno della personalità del musicista è per lui stesso un mistero, se non addirittura qualcosa cui neanche si pensa, immersi come si è nella quotidianità che spesso fa dimenticare la grandezza di un “dono” che si cela al proprio interno; questo libro aiuta a svelare ciò che accade nel profondo di una “mente musicale”, lasciando comunque aperto un margine alla meraviglia, pur trattandosi di una trattazione essenzialmente scientifica.
Una lettura da non perdere, quindi, per chi volesse approfondire – per usare le parole del maestro Morricone – l’ “altrove profondo che non esiste nella realtà” da cui proviene la musica.