Che pena scorrere la fiera dell’insulso nei commenti dei social network all’annuncio odierno della NASA riguardante la scoperta di un pianeta più anziano e più grande della terra, ma situato in una zona “abitabile”, ancorché ovviamente lontano 1400 anni luce da noi.
Che pena considerare lo svilimento dell’uso di una risorsa come Internet e lo stesso social network, che in ultima analisi coincide con lo svilimento dell’odierna coscienza.
Grazie a Internet è possibile fruire in tempo reale di una grande scoperta scientifica; grazie all’ingegno umano è possibile scrutare nelle profondità dello spazio, mantenendo forse lo stesso stupore dei nostri antenati che sognavano volgendo lo sguardo alla volta del cielo; grazie allo spirito di ricerca è possibile guardare a un mondo simile al nostro e studiarne le caratteristiche per una comparazione con il nostro, ormai quasi irrimediabilmente compromesso ambiente; grazie alla coscienza della enormità di quanto ci circonda e che ora sempre di più osserviamo, forse possiamo recuperare un senso di gratitudine per il miracolo di questo mondo che abitiamo, contemplandone un altro.
E cosa scrivono invece gli italiani? Una serie di stupidaggini, di pessimo gusto e di basso rilievo, con banalità, insulti alla classe politica verso la quale si sa solo esprimere freddure ma non certo alternative concrete proposte, in un clima in cui tale commentatore del social network è sempre più facile preda del populismo e del luogo comune.
Per parte mia continuerò, ora più che mai, a guardare in alto nel cielo, sognando, con un fondo lontano di realtà, un altro spazio in un altro tempo, mentre ritornano in mente le parole del Salmo: I cieli narrano la gloria di Dio e l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Tutte le informazioni sull’importante scoperta sul sito della NASA:
http://www.nasa.gov/press-release/nasa-kepler-mission-discovers-bigger-older-cousin-to-earth