Ricorre oggi il cinquantaduesimo anniversario della morte del poeta triestino Umberto Saba (Trieste, 9 marzo 1883 – Gorizia, 25 agosto 1957), uno dei più importanti scrittori del XIX/XX secolo, esponente autorevole della poesia italiana e realizzatore di una alternativa via “narrativa” nella versificazione, fra il soggettivismo analogico del simbolismo e l’oggettivismo allegorico di Montale.
Fortunatamente oggi la poesia di Saba ha ottenuto la sua giusta collocazione e il giusto riconoscimento nel panorama letterario italiano e internazionale, godendo una meritata stima negli ambienti intellettuali e non solo. In queste pagine mi piace riportare una foto della significativa statua del poeta a Trieste, ritratto a passeggio per le vie della “sua” città, non su un piedistallo o in evidenza in una piazza, ma proprio come una persona comune che si mescola nel vissuto del suo tempo e del suo spazio ma che con la sua poesia ha dato qualcosa che rende la sua personalità e la sua arte trascendente alla contingenza storico-geografica.
Nel contempo, un mio personale omaggio, di qualche anno fa, alla poesia di Umberto Saba: un madrigale per cinque voci miste su testo di una sua poesia, La mia fanciulla.
Maggiori informazioni su questo brano alla pagina:
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