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Notturno è stato composto nel mese di maggio 2013 per la seconda edizione di MusiDOC, il concerto/rassegna dei docenti di strumento musicale delle scuole secondarie di primo grado di Catania, che si è svolto nella Corte del Castello Ursino della città etnea il 6 giugno 2013. Nella versione presentata è scritto per due flauti, due clarinetti, due corni, vibrafono, percussioni, chitarra, due pianoforti, due violini, due violoncelli e contrabbasso, per un totale di sedici musicisti.
Gli interpreti della prima esecuzione, diretti dall’autore, sono stati: Domenico Testaì e Silvana Sorbello (flauti), Gaetano Cristofaro e Alfredo Spoto (clarinetti), Simone Primerano e Alessandro Sanfilippo (corni), Rosario Gioeni (vibrafono), Simone Bruno (percussioni), Massimo Genovese (chitarra), Annalisa Mangano e Vincenzo Contino (pianoforti), Alexandra Dimitrova e Vincenzo Adorna (violini), Raffaella Suriano e Laura Di Lorenzo (violoncelli), Patrizia Privitera (contrabbasso).
Il brano è una meditazione sul tema della notte; il materiale tematico è volutamente ridotto al minimo, per spostare la concentrazione sull’elemento ipnotico e magico di alcuni frammenti motivici e armonici che si rincorrono e si susseguono nella lenta scansione del tempo in maniera irregolare, quasi come ombre di volta in volta misteriose, silenziose o accese nella notte.
Alla base della composizione sono alcune strutture accordali, degli intervalli caratteristici e alcune sequenze orizzontali, tutti basati sulla preponderanza della seconda e della settima maggiori, che attraversano in vario modo le sei brevi sezioni che si susseguono.
La struttura accordale principale e fondamentale (es.1) è caratterizzata dalla presenza contemporanea di intervalli di seconda, terza, quarta e quinta, tutti gli intervalli che si susseguiranno in senso sia orizzontale che verticale durante tutto il brano. Viene esposta nella prima misura, assieme a un “gesto” caratteristico, due terze minori che si susseguono a distanza di un intervallo di seconda maggiore (es. 2).
Tutta la prima sezione è caratterizzata da un’atmosfera di forte staticità, creata principalmente dall’immobilità delle lunghe note degli archi; brevissimi frammenti motivici attraversano, creando una linea continua, i vari timbri orchestrali (es.3).
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Nel corso della prima sezione si presentano quindi le strutture principali dal punto di vista armonico e melodico, con l’aggiunta di nuovi elementi fondamentalmente sempre basati su un principio di arricchimento dei precedenti ed esposti con procedimenti imitativi (esempio 4).
L’unico elemento tematico più lungo è quello che si presenta alla fine della prima sezione e che ritornerà ciclicamente, ogni volta con qualche sottile variazione, come cesura degli episodi, fino a diventare preponderante verso la conclusione (esempio 5).
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La seconda sezione si basa su una cellula motivica, proveniente dai primi frammenti tematici della sezione precedente; questo elemento ciclicamente si espande su più linee, spostandosi in contrasto con il metro principale creato dall’andamento in sedicesimi della chitarra, creando un contrappunto stratiforme sempre più fitto (esempio 6).
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La sezione successiva contrasta per un carattere maggiormente melodico. Anche in questa parte frammenti uditi nella prima sezione si mescolano per creare un nuovo pannello; il contrappunto è più tradizionale, proponendo un’idea non di stratificazione ma di movimento. L’elemento fondamentale è tratto dalla prima sezione, la cellula motivica che nell’esempio 1 è indicata nel box tratteggiato, e l’intera sezione si chiude con un primo climax basato sull’elemento dell’esempio 2, che ritornerà, come uno scampanio notturno alla fine del brano.
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Segue una parte dal carattere sognante, su un disegno ripetuto dei violini (esempio 7); ritorna l’elemento già ascoltato nell’esempio 3, che viene scomposto ritmicamente e affidato al contrabbasso, mentre il pianoforte, i corni e il clarinetto creano degli strati sonori in crescendo fino all’apparizione, questa volta in “forte” dell’elemento dell’esempio 5, che dà l’avvio a una sezione più melodica che coinvolge tutti gli strumenti (esempio 8).
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Al culmine del crescendo, l’atmosfera si dirada, per dare spazio a una breve coda che riassume vari elementi precedenti per chiudere sulla riproposizione dell’elemento in terze dell’esempio 2.
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