Ave Maria, per coro
Ave Maria è un brano per coro misto a quattro voci a cappella, scritto fra il 18 e il 22 maggio del 1994, dedicato alla Santa Vergine Maria.
L’idea originaria nasce da un semplice esercizio armonico a quattro parti sull’alterazione cromatica degli accordi costruiti sul secondo grado della scala; poco per volta il cromatismo espressivo che ne risultava ha in breve tempo guidato la creatività verso un brano di ispirazione religiosa, destinato al coro senza strumenti sul testo latino della preghiera dell’Ave Maria.
Il pezzo è stato più volte revisionato nel 1995 e, definitivamente, nel 1997. L’architettura formale è di impianto rigorosamente classico e anche l’armonia si riferisce al modello tardo-romantico: un brano che quindi volutamente instaura un rapporto speciale con la storia del linguaggio musicale, nella convinzione dell’esigenza di un dialogo creativo con il passato.
Il cromatismo, che è alla base dell’invenzione musicale, è legato alla necessità di un particolare clima espressivo: è più intenso, infatti, nella prima parte, dove la preghiera riporta le parole dell’Arcangelo a Maria e il suo evidente tumulto interiore prima della sua piena accettazione della volontà divina; nel quadro di Antonello da Messina l’atto della Madonna che porta avanti la mano destra e con la sinistra compie l’umanissimo gesto istintivo di richiudersi il manto espone perfettamente lo stato d’animo di fronte alla visione angelica. La musica vuole esprimere nel suo movimento cromatico iniziale proprio questo istante che nella pittura è fissato in un attimo eterno e che nel tempo musicale ruota attorno alla fissità di un percorso armonico che propone e contraddice in sequenza continua dei rapporti intervallari che non si direzionano apparentemente verso nessuna meta.
Nelle successive sezioni, fra le varie riprese della prima esposizione, si passa via via verso più distese atmosfere, fino alla malinconia della parte conclusiva della preghiera (nunc et in hora mortis nostrae), prima dell’Amen finale che, partendo dalla ripresa dell’atmosfera iniziale, avanza liberando sempre di più l’armonia verso un diatonismo libero e una solarità in un senso di pienezza e compimento.
L’immagine dell’Annunziata di Antonello da Messina utilizzata in questa pagina e nel video è opera del Restauro Virtuale di Nadia Scardeoni e utilizzata per gentile concessione dell’autrice.