Valentina Lisitsa, ex bimba prodigio, nata a Kiev nel 1973 e americana da poco più di quindici anni, è espressione del nostro tempo; con un curriculum di tutto rispetto, ha effettuato il grande salto verso la notorietà a livello mondiale grazie a YouTube: con oltre novantacinque milioni di visualizzazioni e 195000 sottoscrittori del suo canale, è una stella indiscussa della rete e ha saputo con grande abilità utilizzare le risorse di internet per la diffusione della musica colta e della propria arte pianistica.
Notata per la sue grandi doti pianistiche grazie alla rete che ne ha sancito il successo, è stata invitata per un prestigioso concerto che si è tenuto alla Royal Albert Hall nell’estate del 2012 ed è stato trasmesso in steaming HD da Google e registrato dalla Decca, con la quale l’artista ha firmato un contratto in esclusiva.
Questo Live at the Royal Albert Hall è un gradevolissimo excursus attraverso il repertorio pianistico più noto e gradito al grande pubblico, alternando brani di estrema popolarità, quali Für Elise e la Sonata n. 14 “Al chiaro di luna” di Beethoven o il Liebestraum di Liszt e altri di Chopin – pagine sulle quali si direbbe che non ci sia ormai più nulla da scrivere nella storia dell’interpretazione, ma che la pianista russa riesce a riproporre con smalto ed estrema naturalezza -, con brani, sempre di agevole ascolto, di due capisaldi della letteratura post-romantica quali Skrjabin e Rachmaninov, dove forse la Lisitsa dà il meglio di sé.
Si tratta quindi di un album veramente ben confezionato e selezionato per un target ben preciso di ascoltatori, ma assolutamente interessante anche per chi cerca qualcosa in più e soprattutto un’occasione per apprezzare questa notevole pianista che riesce a coniugare un’assoluta padronanza dello strumento con una capacità di esprimere, attraverso un suono curato e profondo, una qualità artistica ben lontana dall’atletismo che purtroppo spesso impera al giorno d’oggi fra i musicisti.
Il brillante successo della Lisitsa a livello internazionale rappresenta, fra l’altro, una best practice per quanto riguarda le possibilità di affermazione offerte dalla rete, per un contenuto culturale di qualità.